STADTFEST USTER ADDIO
Dopo 13 edizioni l'Avis ha rinunciato a partecipare alla Festa della città.
È giusto fare una premessa: quando a Uster si è costituita l'Avis c'erano circa 20 associazioni italiane che avevano più o meno in comune il sistema di finanziamento. In primo luogo il tesseramento, in secondo luogo le feste che avevano uno schema preciso. Erano rivolte ai propri soci e simpatizzanti,
erano gestite dal comitato in carica ed eventualmente dai famigliari, il presidente cercava i premi per la tombola, era il primo a comperare i biglietti e quando vinceva dei premi interessanti veniva guardato con sospetto. Poi c'erano le sovvenzione del consolato, della propria regione, o delle attività assistenziali che venivano fatte agli emigrati. Il primo dei problemi in discussione fra le associazioni era la concomitanza delle varie manifestazioni. Una cosa estremamente difficile da coordinare visto che dopo avere trovato la sala, gli artisti e il personale non era possibile ripartire da zero.
Come Avis abbiamo cercato da subito di non entrare in concorrenza con le varie associazioni. I nostri soci erano già abbastanza impegnati in varie attività nelle diverse associazioni, il nostro scopo era di trovare nuovi donatori di sangue e di fare propaganda in tal senso. Nel 1979 per la prima volta a Uster è stata organizzata dall'amministrazione cittadina una festa (Sonnenblumenfest) che aveva lo scopo di aiutare le numerose associazioni locali a fare cassa. La logistica, la pubblicità, gli spettacoli e la tombola venivano organizzati dal comitato promotore, le varie associazioni pagavano l'affitto dello spazio occupato e poi potevano gestirsi come volevamo. Le infrastrutture erano disponibili ed i partecipanti non erano di questa o quella associazione ma erano i cittadini di Uster.
Ci siamo attivati anche noi, ed eravamo gli unici stranieri. Poiché l'offerta gastronomica locale si limitava alle salsicce alla griglia, abbiamo portato un menu composto di tagliatelle, busecca e pizza. Perfino il nostro vino merlot è stato accolto con simpatia, Ne abbiamo venduto 270 litri, 560 porzioni di tagliatelle, 540 pizze e perfino 60 porzioni di trippa. La genialità ed inventiva dei nostri soci ha fatto miracoli. La costruzione della stand ha veramente impegnato molte persone, Odilio De Rossi ha ricavato dai tamburi delle lavatrici i cesti per cuocere la pasta, Ferdinando Clerici ha provveduto all'impianto elettrico con relativo quadro distributivo, mia moglie Giuseppina ha inventato il famoso sugo Avis e perfezionata la zuppa di trippe (Busecca). Abbiamo scoperto l'esistenza di una macchina per fare la pasta fresca e l'abbiamo noleggiata. La cosa più importante è stata che tutti, veramente tutti hanno dato il massimo delle loro disponibilità. Non era il consiglio direttivo che lavorava e organizzava ma l'associazione al completo. E questo è stata la molla del successo che ci ha portato avanti fino ad oggi.
Poi gli anni sono passati, nel 1989 abbiamo rinnovato lo stand grazie a Giuseppe Berardi, abbiamo comperato i forni per la pizza, le macchine per fare le tagliatelle e i gnocchi, tutto quello che era necessario veniva acquistato per facilitare il lavoro dei collaboratori e rispettare le numerose norme igieniche. Era diventato un po’ un lavoro di routine. Giustamente abbiamo avuto concorrenza da altre associazioni sia italiane che svizzere. Non eravamo più gli unici a discostarci dal Bratwurst e Servela. Anche questo è stato positivo. Il problema del personale però ha cominciato a farsi sentire fra tutte le associazioni. Il volontariato così come lo intendiamo noi ha dei problemi. Lo abbiamo visto nella riduzione anno per anno delle associazioni partecipanti.
Il primo cambiamento per noi importante è avvenuto nel 2007, il nostro posto all'interno del Landihalle che avevamo dal 1989 è stato cambiato, di conseguenza abbiamo fatto un nuovo stand che ci è costato esattamente il guadagno dei tre giorni di festa. Pazienza, abbiamo fatto un investimento per il futuro. Quattro anni dopo, altro cambiamento la festa si fa alla caserma. Non è stata una cosa grave, abbiamo preso la tenda, ma il nostro investimento di quattro anni prima si è rivelato inutile. 2015 novità, altro trasferimento. Nel centro di Uster. Ci siamo annunciati ma quando due mesi prima della festa ancora non ci è stato comunicato il nostro posto abbiamo preferito rinunciare.
Da parte nostra abbiamo compreso che il comitato organizzatore con una spesa prevista di Fr. 100.000 abbia cercato gli introiti dai professionisti, infatti le associazioni presenti con un'offerta gastronomica erano sette. L'ottava si appoggiava ad un professionista, il solo in grado di dare un prodotto veramente speciale. Naturalmente le associazioni rimaste avevano dei menu che ricordavano la festa dei girasoli del 1989. Tutte le altre numerose specialità gastronomiche provenivano dai vari ristoranti e commercianti attrezzati per fiere e sagre. Impossibile per noi dilettanti competere a quel livello.
Di conseguenza però lo spirito e lo scopo della Stadtfest è finito. Rimane una bellissima festa di paese con grandi attrazioni nella quale però le associazioni di volontariato non hanno più posto.
Vittorino Marsetti