INCONTRO CON L’AVIS DI VARESE
L’invito che l’allora Presidente Nazionale dell’Avis, dott. Vincenzo Saturni aveva fatto alle Avis comunali della Svizzera di visitare il centro trasfusionale di Varese è stato accettato dal nostro direttivo e una nostra delegazione è andata a Varese
il 23-24 settembre 2017. Quest’anno ricorre anche il 90° di vita dell’AVIS e il 40° della scomparsa del suo Fondatore dott. Vittorio Formentano. Ne abbiamo approfittato per visitare la sua tomba posta nel comune di Cunardo non lontano dalla frontiera svizzera, c’è stata una piccola cerimonia che è poi proseguita nella sala comunale alla presenza della vice sindaco e da altre autorità fra le quali il nuovo Presidente Nazionale AVIS Alberto Argentoni. Per noi di Uster è stata una bella ed interessante esperienza. La relazione della nostra Presidente Regionale (che segue la presente) è molto più precisa e dettagliata. Alla fine è possibile cliccando sul Link vedere alcune foto della manifestazione.
Le Avis svizzere in trasferta a Varese
In realtà non sapevo che titolo dare a questo articolino: „Gita a Varese “sarebbe stato riduttivo, „Giornata formativa a Varese “avrebbe dato un’idea un po’ pesante.
Però la nostra trasferta a Varese è stata tutte e due le cose.
Chi era presente all’assemblea regionale dell’aprile di quest’anno a Uster ricorderà il caldo invito che Aldo Cardani e Vincenzo Saturni ci avevano fatto. Invito a passare con loro una mattinata, visitando il loro centro trasfusionale e ascoltando un’informativa sul loro sistema di chiamata alla donazione e di accoglienza dei donatori.
Nei contatti successivi via mail il programma si è via via ampliato: è stata aggiunta l’idea di una visita al cimitero di Cunardo, cittadina a poca distanza sia da Varese che dal confine svizzero, dove ha passato gli ultimi anni di vita il fondatore di Avis, dottor Vittorio Formentano e dove è sepolto.
Poi si aggiunto anche un breve incontro presso il Comune di Cunardo. Insomma alla fine abbiamo avuto un programma perfetto e molto intenso.
Al cimitero di Cunardo abbiamo incontrato gli amici di Varese, molti dirigenti delle comunali della zona e il vicesindaco di Cunardo, signora Mandelli d’Agostini.
Dopo aver portato dei fiori alla cappella dove riposa il nostro fondatore, ricordando così il 40° anniversario della sua morte, siamo andati alla sala consiliare del paese, dove si è svolto un breve incontro sul tema „Avis e Formentano 90 anni dopo “. Il comune di Cunardo, era rappresentato dalla signora Mandelli d’Agostini, vicesindaco e dall’assessore alle politiche giovanili e volontariato Bertocchi. Dalle loro parole è stato chiaro che il paese non ha dimenticato Formentano, a cui sono dedicati un parco cittadino e una stele. Il giovane assessore ha ricordato anche il Villaggio Avis, altra creatura di Formentano, presso la quale persone malate, anche dializzati, potevano passare un periodo di riposo.
Il professor Armocida e la dottoressa Barbara Pezzoni dell’Università dell’Insubria di Varese, ci hanno poi intrattenuto brillantemente sul tema Avis e Formentano. In particolare Barbara Pezzoni ha ricordato l’esperienza traumatica del dottore alla morte di una giovane partoriente, esperienza che lo ha spinto ha trovare i primi donatori, germe della futura Avis.
Importante sottolineare che, da subito, Formentano ha cercato e voluto donatori non retribuiti. Da 90 anni l’Avis opera con questa idea fondamentale, che garantisce a tutti il sangue necessario.
In comune ci hanno raggiunto il presidente nazionale di Avis Alberto Argentoni, il consigliere nazionale e presidente dell’Avis sovracomunale Medio Varesotto Aldo Cardani e il presidente regionale della Lombardia Oscar Bianchi. Presenze tanto più gradite se si pensa che sono venuti a raggiungerci dopo un’intensa giornata di lavoro a Milano, per il consiglio nazionale!
A conclusione del sabato una ricca cena (squisita!) al ristorante i Tre risotti di Valganna. Infatti non si vive di solo spirito (stavo per scrivere: non si vive di solo sangue)!
La domenica mattina abbiamo potuto visitare il centro trasfusionale presso l’ospedale di Varese e vedere i volontari dell’Avis all’opera nell’accoglienza dei donatori. Sì, perché a Varese si può dare il sangue anche il sabato e la domenica mattina!
A seguire, nell’aula didattica dell’ospedale, ci è stata presentata da Aldo Cardani, Vincenzo Saturni e dalla volontaria Serena Redemagni la REALTÀ AVIS SOVRACOMUNALE MEDIO VARESOTTO: perché è nata, da chi è composta, come opera, quali obiettivi sono già stati raggiunti e quali sono ancora da raggiungere.
Con noi „svizzeri“erano presenti anche dirigenti di diverse Avis della provincia varesotta: una ventina di Avis comunali erano rappresentate.
Un’ occasione per tutti, nuovi e vecchi dirigenti, per comprendere meglio questa particolare Avis che gestisce la chiamata/convocazione e ben 8000 donatori che si recano a donare presso l’Azienda Ospedaliera locale.
Perfetto il meccanismo di chiamata, che impiega tre persone formate per questo scopo e perfetto il meccanismo che ogni mattina prevede tre fasce orarie durante le quali 33 donatori di sangue intero e 2 per l’aferesi, si recano al centro e donano il loro sangue.
Per le nostre comunali che organizzano donazioni collettive, un grosso esempio, ricco di spunti per migliorare il nostro lavoro.
Serena ci ha illustrato le linee guida per l’accoglienza e con soddisfazione ho comunque potuto notare che alcune cose le facciamo già bene: cortesia e calore umano nell’accogliere i nostri donatori sono da noi sempre presenti. Anche il concetto che ci è stato spiegato di essere ben riconoscibili, è un elemento a cui avevamo pensato. Infatti sia a Uster che a Zurigo, i nostri volontari sono perfettamente riconoscibili grazie alle magliette Avis o al lanyard Avis portato al collo.
In conclusione della mattinata un pranzo in piedi ricco e abbondante ci ha fornito il „carburante “per ritornare in Svizzera, contenti delle esperienze fatte e dei tanti amici incontrati. Infatti il bello di Avis è certamente quello di aiutare il prossimo, ma anche il vivere belle esperienze di amicizia immediata e calda.
Resta solo da dire che ci dispiace per quelle comunali che non sono riuscite a venire con noi. Hanno perso qualcosa.
Ilaria Giacosa